lunedì 28 febbraio 2022

LA GUERRA IN EUROPA E LE PRIME REAZIONI NEL MONDO DELLO SPORT. INTERVENTO AVV. ANGELO BARNABA

La finale di Champions League del prossimo 28 maggio si disputerà a Parigi e non più a San Pietroburgo, per decisione dell’UEFA. Che ha anche stabilito che le gare di squadre di club russe ed ucraine saranno giocate in campo neutro.

La FIA, dal canto suo, ha già cancellato il Gran Premio di Sochi del 25 settembre.

Più in generale, è l’intero sport mondiale che a seguito degli eventi degli ultimi giorni ha deciso di prendere una posizione netta nei confronti della Russia di Putin.

Il CIO ha esortato tutte le Federazioni Sportive Internazionali a trasferire o annullare i loro eventi attualmente programmati in Russia o Bielorussia e dare priorità assoluta alla sicurezza ed alla protezione degli atleti. 

Insomma, questi primissimi giorni di conflitto hanno già scosso il mondo dello Sport in modo violento, evidenziando una volta di più le sue mille connessioni con la geopolitica e l’economia.

Le conseguenze dell’eventuale protrarsi di questa situazione sono naturalmente, allo stato, del tutto imprevedibili. Il terremoto creato dall’invasione dell’Ucraina è stato di una magnitudo finora sconosciuta e proprio per questo potrebbe generare, nella peggiore delle ipotesi, tanti tsunami altrettanto pericolosi e distruttivi degli equilibri precedenti. Ai quali peraltro, per dirla tutta, aveva già attentato pesantemente la pandemia: ed è proprio per questo che gli effetti di questo nuovo shock potrebbero essere devastanti.

Uno dei maggiori club calcistici inglesi, il ricchissimo Chelsea, potrebbe cambiare l’attuale proprietà (russa: l’oligarca Abramovich è considerato da sempre vicino a Putin).

Nel basket, in Euroleague giocano due squadre russe: il potentissimo CSKA Mosca e l’altrettanto ambizioso Zenit di San Pietroburgo. Con la necessaria tempestività, l’Eurolega ha deciso che le squadre russe in corsa nella competizione dovranno giocare in campo neutro. E così, le partite programmate per essere giocate sul suolo russo saranno spostate in altre sedi al di fuori della Russia, mentre le partite che coinvolgono squadre russe, ma programmate per essere giocare in altri paesi, continueranno a svolgersi come da programma.

L’Eurolega ha deciso in tal senso con l’obiettivo di tutelare l’integrità della competizione e consentire alle squadre di continuare a difendere il proprio diritto a gareggiare in campo, isolando lo sport da qualsiasi azione politica. E, nel contempo, per proteggere l'integrità di giocatori, allenatori, tifosi e staff, evitando che possano correre rischi.

Una decisione senz’altro condivisibile, alla luce di tutti gli interessi in gioco in quella che è diventata – a tutti gli effetti - la massima espressione del basket europeo a livello di club. Ed è singolare osservare come anche in questa triste occasione la storia, come teorizzava già secoli fa il filosofo napoletano Giambattista Vico, dopo aver fatto un giro immenso (purtroppo) ritorni.

Infatti, chi scrive lo ricorda bene per aver vissuto la stagione 1991 – 92 da Team Manager della Phonola Caserta Campione d’Italia, nell’allora Coppa dei Campioni, la FIBA decise che le squadre croate e serbe avrebbero dovuto eleggere la sede delle loro gare interne al di fuori dei confini nazionali. Scelsero, curiosamente, tutte e tre di giocare in Spagna. La “mia” Caserta incrociò le due croate e giocammo con la Spalato di Zan Tabak a La Coruna e con il Cibona Zagabria a Cadice, in Andalusia. Il Partizan Belgrado, allenato dell’allora giovane esordiente coach Obradovic, stabilì invece di giocare a Fuenlabrada, città situata nell’area metropolitana di Madrid. Da lì partì una grande storia di Sport, che terminò addirittura con la sorprendente conquista del massimo trofeo continentale, ottenuta contro ogni pronostico da un manipolo di ragazzi terribili.

Si trattò di un vero e proprio “fiore” sportivo, nato nel deserto di un conflitto sanguinoso e terribile, come tutte le guerre sanno essere.

 


 

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